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Venerdì, 29 Settembre 2023

VIDEO | E78, un cavalcavia largo sette metri che termina in un piccolo sottopasso. Il caso di via Salvadori

Il tracciato dell'opera collegata alla costruzione del tratto aretino della E78. Un sopralluogo con i cittadini interessati e che si sono costituiti in comitato

Da una strada di campagna larga circa 4 metri (piena di buche e rattoppi sull'asfalto) dovrebbe partire il cavalcavia ampio almeno 7 che da via Giulio Salvadori, curvando leggermente a destra rispetto all'asse viario, attraverserebbe la E78 per poi atterrare sul campo da calcio del San Marco e finire nel piccolo sottopasso che porta alla zona di via Romana. Questo a grandi linee il tracciato della sopraelevata di via Salvadori dove, appreso il progetto, è nato un folto comitato di cittadini.

La nuova viabilità, che Anas prevede come opera complementare al tratto aretino della Due Mari, preoccupa i residenti per come è concepita nonostante la loro consapevolezza che la E78 sia assolutamente da costruire.

"Dal progetto si capisce che la strada passa dal mio cancello, arriva fino all'ingresso di casa: da dove potrò entrare?", si chiede un residente di via Salvadori. Come lui ci sono tanti altri che hanno l'acceso su strada. Un accesso che, nel prossimo futuro, non ci sarà più.

Tra di essi c'è anche una giovane famiglia che qui abita da 4 mesi e che negli ultimi due anni ha investito risparmi per lavori e ristrutturazioni. E adesso? "Abbiamo scoperto la novità di questo ponte accanto a casa. Siamo rimasti di stucco, sapevamo solo del passaggio della E78, ma non pensavamo che deturpassero la zona e intasassero così il traffico: metteranno dei mega piloni a 10 metri da una casa in pietra del 1800. Ho paura anche delle vibrazioni dei lavori e di cosa potrebbero provocare. Certo che se lo avessi saputo non avrei comprato casa, è due anni che ci lavoro e ci ho investito tutto. Qualcuno ci aiuti."

Cavalcavia sulla E78, il sopralluogo in via Salvadori con i cittadini

Nel comitato, come dirigenti della polisportiva San Marco, ci sono anche Alessandro Caneschi e Giovanni Donati. Il campo da calcio che è la base della squadra, di proprietà della parrocchia, verrebbe espropriato per due terzi: "La nostra attività sportiva finirebbe qui, visto che non c'è disponibilità di altri campi; sarebbe impedito anche l'accesso stesso con il passaggio del cavalcavia", spiega Caneschi.

A guidare il gruppo di cittadini in una sorta di sopralluogo per spiegare il tracciato e delineare qualche soluzione alternativa, c'è l'ingegnere Stefano Tiberi che abita proprio dove i lavori per il cavalcavia inizierebbero; sul retro, la sua casa sarebbe anche a ridosso del grande raccordo che prenderà il nome di svincolo Arezzo.

Il comitato è al lavoro su più fronti, inviando pec ad Anas, vista l'impossibilità di avere accesso al progetto di dettaglio per presentare le osservazioni, lo studio di alcune osservazioni e l'incontro con l'amministrazione comunale.

La soluzione alternativa del comitato

Tra le ipotesi alternative studiate e quindi da sottoporre alle istituzioni c'è quella che prevederebbe "lo slittamento della costruzione del cavalcavia nell'attraversamento successivo - spiega Tiberi - facendolo partire dall'area della ex Cadla, anche a servizio delle aziende della zona e facendolo terminare al di là della E78 nel sottopasso di via Padre Teodosio che ha caratteristiche diverse da quello di via Salvadori. Quest'ultimo infatti è a senso unico ed ha un'altezza massima di metri 1,90, l'altro invece è a doppio senso alternato e anche un mezzo di soccorso come un'ambulanza ci passa perché ha un'altezza massima consentita fino a 2 metri e 50."

Per servire invece le abitazioni che si troverebbero senza via d'uscita sul lato di via Romana a fianco della E78 potrebbe essere previsto un collegamento con la rotatoria che si trova di fronte al negozio Toys e che così non intaccherebbe abitazioni e altre proprietà, ma attraverserebbe alcuni campi ricollegandosi poi al grande svincolo di Arezzo.

Di tutto questo, poche ore fa, i rappresentanti del comitato, ne hanno parlato con alcuni assessori della giunta Ghinelli. Il Comune di Arezzo è esso stesso tra gli espropriati.

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