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Una pecora sbranata, un cavallo ferito. "I lupi hanno attaccato in pieno giorno"

La denuncia di Dante Moretti, imprenditore agricolo di Pieve al Toppo: "Hanno scavalcato una recinzione sotto i miei occhi". Coldiretti lancia l'allarme: "Servono risposte immediate dalle istituzioni"

Il lupo colpisce ancora. O meglio: i lupi colpiscono ancora. Nei giorni scorsi avevano predato alcune pecore a Rigutino, con il proprietario degli ovini che ha scritto una lettera alle autorità per chiedere maggiori tutele. Un altro caso si era registrato a inizio anno a Cozzano, alle porte di Castiglion Fiorentino. Nonostante gli appelli del WWF a una informazione più precisa riguardo la convivenza con i lupi, considerata possibile, tra gli allevatori cresce il timore. 

L’ultimo avvistamento è di ieri pomeriggio, intorno alle ore 15.30, a Pieve al Toppo. E' stato Dante Moretti, imprenditore agricolo locale e presidente di sezione di Coldiretti Arezzo, a scorgerli durante l'attacco: “E' successo in pieno giorno nella zona adiacente la mia azienda. I lupi sono riusciti a scavalcare una recinzione, introducendosi all’interno di un’altra azienda dove hanno sbranato una pecora e ferito un cavallo”.

La paura di Moretti è che i predatori possa di nuovo avvicinarsi alle aziende o alle abitazioni che sono nella zona e attaccare di nuovo.

pecora sbranata lupo

“Le immagini che ho impresse nelle mente parlano chiaro. Non è più una situazione che può essere sottovalutata: il lupo potrebbe arrivare in ogni momento, come ha già dimostrato di fare, di giorno e di notte, ad un passo dalle abitazioni, e lasciare dietro di sé non soltanto la paura”.

Quello di Pieve al Toppo è soltanto l’ultimo di avvistamenti ormai quotidiani, per altrettanti danni alle aziende agricole.

“L’allarme è rosso per i nostri imprenditori – spiega Coldirettile aziende sono in forte difficoltà e stanno facendo sforzi enormi per restare in piedi. Serve un vero e serio impegno delle istituzioni per arrivare alla definizione di un piano nazionale che guardi a quello che hanno fatto altri Paesi, come Francia e Svizzera, per la difesa dal lupo degli agricoltori e degli animali allevati. Il rischio vero oggi è la scomparsa dell’uomo dalle montagne e dalle aree interne per l’abbandono di tantissime famiglie ma anche di tanti giovani che faticosamente sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta, con il recupero delle storiche razze italiane di mucche, capre e pecore. Quello che chiediamo è la massima responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantirne la bellezza, ricordando che quando chiude un allevamento non chiude solo un'impresa ma un presidio del territorio che tutela il paesaggio e la tradizione pastorizia”.

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